Chissà da quale montagna e da qual caverna venivano quei diavolacci, che da tanti anni si facevano passare per buddha alla festa delle lanterne.
Porcellino, spaventato, si guardava intorno; Sabbioso chiamava. Ma Scimmiotto disse: "Fratelli, non serve a niente. Il maestro è stato rapito da creature malefiche: dal piacer nasce la pena."
"Che cosa ve lo fa pensare, signore?" chiesero spaventati i monaci.
"Voialtri comuni mortali eravate convinti di essere visitati da buddha che accettassero l'offerta del vostro olio; ma a quanto pare qualcuno vi prende in giro. Quelli che il vento ha portato un momento fa erano tre mostri belli e buoni. Anche il nostro maestro non se n'è reso conto; quando si è avvicinato loro mentre toglievano l'olio dalle lanterne, hanno soffiato sulla fiamma e se lo sono portato via. Io, purtroppo, non sono stato abbastanza svelto."
"E adesso che facciamo, fratello?" chiese Sabbioso.
"È semplice: voi ritornate al monastero a badare alle nostre cose, e io inseguo quel vento malefico."
Il grande santo fece la capriola nelle nuvole e filò verso nord est, seguendo una traccia di odore fetido. Seguì il vento fino all'alba, quando esso cadde improvvisamente, e si trovò in cima a una grande montagna. [...]
Mentre cercava un sentiero, scorse sul pendio quattro uomini che si spingevano davanti tre capre e gridavano: "Buon anno, prosperità!" I suoi occhi di fuoco dalle pupille d'oro videro subito che si trattava dei quattro protettori del tempo travestiti: gli addetti all'anno, al mese, al giorno e all'ora.
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