I monaci del convento vennero a invitarli a cena. "Sì, grazie, se non vi disturba" rispose Scimmiotto. "Ma non fate complimenti: posso anche farne a meno."
"Ma come, reverendo! Avete combattuto tutto il giorno, e non siete affamato?"
"Per ridurmi alla fame ci vuol altro. Figuratevi che una volta ho passato cinquecento anni senza mangiare né bere."
I monaci non sospettarono nemmeno che quella fosse la pura verità.
Dopo cena fecero i piani per il giorno dopo: "Andiamo presto a letto. Domattina andremo all'attacco tutti e tre insieme, cattureremo i mostri e liberemo il maestro."
"Pensiamoci bene" obiettò Sabbioso. "Dice l'adagio: Se dài tregua, il nemico si consiglia. E se gli orchi, invece di dormire come noi, approfittassero della notte per mettere le mani addosso al maestro? Secondo me, è meglio muoverci subito e attaccare di sorpresa: non sappiamo quali conseguenze può avere un ritardo."
"Sono d'accordo con Sabbioso" aggiunse energico Porcellino. "Approfittiamo di questo bel chiaro di luna per fare a pezzi i mostri!"
Scimmiotto si adeguò al parere della maggioranza e si rivolse ai monaci: "Affidiamo a voi il cavallo e i bagagli, mentre andiamo a catturare gli orchi. Dimostreremo che sono impostori, e questo libererà da una tassa esosa il piccolo popolo di Mintian. Non vi sembra che ne valga la pena?"
I monaci espressero la loro infinita riconoscenza, e i tre discepoli lasciarono la città viaggiando sulle nuvole.
È il caso di ricordarlo:
Negligenza e licenza disturbano lo spirito,
E con calamità oscurano la Via.
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