Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Da oltre dieci anni ho lasciato Chang'an,
     Per monti e valli ho avuto mille pene.
     In un tempo di festa sono giunto
     Nell'Ovest, e per una volta tanto
     Mi son dato bel tempo. Ma si vede
     Che la vita è votata alle disgrazie.
     Non ho riconosciuto gli impostori
     E son caduto nella loro trappola.
     Coi miei saggi discepoli di certo
     Dovranno misurarsi, e constatare
     Che i loro pugni non pesano poco."

     Scimmiotto si rallegrò di trovare il maestro di umore più filosofico del solito, e specialmente delle ultime parole. Andò a svolazzargli intorno, e il monaco cinese si stupì: "Vedi come tutto è diverso, qui nell'Ovest! Da noi, all'inizio dell'anno, le larve si muovono appena; qui volano già le lucciole."
     "Maestro, sono io" si udì la vocina di Scimmiotto.
     "Mi pareva strano di veder lucciole in questa stagione. Dunque sei tu, Consapevole del Vuoto."

     Scimmiotto riprese il suo aspetto: "Caro maestro, una volta di più la vostra inettitudine a distinguere il vero dal falso ha compromesso la nostra tabella di marcia e richiederà un bello spreco di fatica. Ve lo dicevo che c'era sotto qualcosa di losco; ma voi, niente! siete corso a fare i vostri salamelecchi. Il risultato è che quei ladri hanno rubato anche voi, insieme all'olio di lucerna. Ho passato la giornata a combattere i mostri, su cui i protettori del tempo mi avevano dato le informazioni necessarie. Ora sono ritornato con i condiscepoli, invece di andare a dormire. Poiché la notte non è adatta per combattere, e del resto non sapevamo quali fossero le vostre condizioni, sono venuto in avanscoperta per constatarle."


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