Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "È riuscito a tagliare la corda" rispose Sabbioso.
     "Sarà certo andato a cercare aiuto. Ma non sappiamo quando ci caverà dai guai."
     Lasciamo maestro e discepoli nello sconforto in cui erano piombati, e seguiamo Scimmiotto, che ritornò al monastero dove i monaci gli vennero a chiedere: "Siete riuscito a liberare il reverendo?"
     "Non è facile; quei mostri sono forti. Li abbiamo combattuti a lungo, ma quando le loro truppe sono intervenute, sono riuscite a impadronirsi di Porcellino e di Sabbioso; io solo sono scappato."
     "Se non riuscite a vincerli voi, che sapete cavalcare le nuvole, non ci sarà da temere che il reverendo maestro sia spacciato?"
     "Non c'è pericolo. Il nostro maestro è segretamente protetto dalle divinità dei monasteri, da quelle del tempo, dai rivelatori e da una quantità di altri dèi. Inoltre in vita sua ha mangiato cinabro vegetale: non è facile farlo morire. Comunque questi mostri ci sanno fare. Vi dispiacerebbe continuare a custodire cavallo e bagagli, mentre io faccio un salto in Cielo per chiedere rinforzi?"

     "Reverendo, sapete salire anche in Cielo?" chiesero impauriti i monaci.
     "Una volta ci stavo di casa" rispose ridendo Scimmiotto. "Mi buttò fuori il nostro Buddha, perché avevo disturbato la festa delle pesche di immortalità. Per riscattarmi, non mi ha dato altra scelta che di proteggere il monaco cinese nella ricerca delle scritture. Strada facendo, il mio mestiere è di eliminare i perversi e restaurare la giustizia. Ma a quanto pare non sapete che questi guai non sono casuali: sono prove che il maestro deve affrontare una dopo l'altra."


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