"Non saranno i rinforzi che può trovare a farci paura" esclamarono Fuggilfreddo e Fuggilcaldo. "Ragazzi, portateci le armature. Vi schiererete come ieri e baderete a circondarlo per non farvelo scappare."
Con incosciente baldanza, le creature uscirono dalla grotta al rullo dei tamburi: "Rieccoti qua, macaco! Non hai paura di prendere un'altra batosta?"
Al Novizio non piaceva sentirsi chiamare 'macaco'. Digrignò i denti e si lanciò all'attacco con la sua sbarra, mentre le truppe manovravano per circondarlo. A questo punto intervennero le quattro costellazioni del Legno, roteando le armi: "Giù le zampe, bestiacce!"
"Quel furfante ci ha fregato!" esclamarono gli orchi. "Si salvi chi può!"
In un bailamme di mugli e muggiti, i mostri ripresero il proprio aspetto: zebù, bufali, buoi muschiati, e si dispersero al galoppo per la montagna. Anche i tre orchi ricaddero a quattro zampe e corsero via verso nord est col fragore del cannone. Il grande santo li tallonava senza perdere il contatto, in compagnia di Sciacallo e di Caimano, mentre Granchio e Lupo facevano strage sulla cima e catturavano vivi quelli che non opponevano resistenza. Quando ebbero ripulito la montagna, entrarono nella grotta per liberare Tripitaka, Porcellino e Sabbioso.
I monaci, riconoscendo le costellazioni, le salutarono e le ringraziarono. "Come siete riuscite a trovarci?"
"L'Imperatore di Giada ha ordinato di venirvi a liberare, su sollecitazione del grande santo."
"Come mai non si vede Consapevole del Vuoto?" domandò Tripitaka con le lacrime agli occhi.
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