Opere di letteratura italiana e straniera |
Per qualche tempo, maestro e discepoli si abbandonarono alla bella vita. Le duecentoquaranta famiglie che avevano fornito l'olio delle lanterne vollero dedicar loro particolari festeggiamenti: non restavano soli un momento. Porcellino era quello che se la spassava di più. Ogni volta che andavano a un banchetto, si riempiva le maniche di preziosi trovati nella grotta dei mostri e li offriva agli ospiti. Trascorse un mese, e sembrava che non li avrebbero mai lasciati partire. Bisognò che il reverendo prendesse da parte Scimmiotto e gli desse queste istruzioni: "Consapevole del Vuoto, raccogli tutti i preziosi che ci rimangono e donali ai monaci del monastero per ringraziarli dell'ospitalità. Prepariamoci a partire prima dell'alba, senza farlo sapere alle duecentoquaranta famiglie. Non vorrei che la nostra missione fosse compromessa, e non ho nessuna voglia di farmi rimproverare dal Buddha; il quale, oltretutto, non mancherebbe di vendicarsi in qualche modo."
Scimmiotto prese le misure necessarie e l'indomani, alla quinta veglia, scosse Porcellino e gli ordinò di preparare il cavallo. Il bestione, tutto insonnolito, si lamentò: "È presto! Non rompere!" |