Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Tripitaka lo ringraziò e lo seguì nella sua cella, accompagnato dai discepoli, attraverso i portici e il refettorio. Scambiati i saluti, ciascuno prese posto.
     Quando si sparse la notizia dell'arrivo dei cinesi in cerca di scritture, tutti gli abitanti del monastero vennero a vederli: vecchi e giovani, residenti fissi e ospiti temporanei, reverendi e inservienti. Si bevve il tè e fu offerta una colazione vegetariana. Ancor prima che il reverendo concludesse la preghiera di benedizione del pasto, Porcellino si era gettato sulle grandi pagnotte, sulle minestre e sui piatti di verdure. Nella folla, le persone posate apprezzavano la dignità di Tripitaka; quelli che pensavano solo a divertirsi, si godevano lo spettacolo di Porcellino alle prese con il cibo.

     Sabbioso, che era una persona attenta, gli diede di gomito e bisbigliò: "Bada che dài spettacolo."
     "Ma quale spettacolo? Ho la pancia vuota come una caverna" ribatté brusco Porcellino.
     "Fratello" rispose Sabbioso, "se lo hai dimenticato, ti ricordo che hanno una pancia anche gli altri; non è una buona ragione per esagerare."
     Porcellino fece il possibile per moderarsi. Alla fine Tripitaka recitò la preghiera conclusiva e ringraziò. La tavola venne sparecchiata e si avviò la conversazione, dapprima sulle terre dell'Est; poi Tripitaka portò il discorso sugli antichi monumenti e chiese quale fosse l'origine del nome del monastero 'pavimentato d'oro'.
     "Qui si trovava anticamente il regno di Srâvastî. Il nostro monastero sorge nel Jetavana; perciò lo chiamiamo Monastero Pavimentato d'Oro di Anâthapindada. Del parco e del monastero originario restano alcune rovine sul retro. Quando cadono piogge torrenziali, accade ancor oggi che portino alla luce oro, argento o perle. Qualche fortunato ne ha raccolti anche l'anno scorso."


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