Il re spedì subito i suoi ufficiali a cercarli, perché venissero a prendersi il passaporto e si levassero di torno, abbandonando il loro maestro alla sua vocazione di genero reale.
Servon tre perfezioni a conservare
Il tuo grande elisir, contro le insidie
Del destino contrario. Tradizione
È la Via; ma a te spetta coltivarla.
Il Cielo benedice; tu fai il bene.
Non lasciar che i sei sensi ti travolgano
Coi molti desideri. La natura
Ti scoprirà le fonti originarie.
Senza affetti o pensieri, sarai puro
E libero di giungere a salvezza.
Scimmiotto era ritornato all'albergo tutto allegro e pimpante, ridendo fra sé.
"Di che cosa ridi, fratello?" chiesero Porcellino e Sabbioso. "Che ne è del maestro?"
"Il maestro ha una bella fortuna."
"Il viaggio non è finito, non ha visto il Buddha e non ha avuto le scritture" constatò Porcellino. "Quale fortuna può mai essere?"
"Mentre passavamo per la piazza, la figlia del re ha lanciato la sua palla da una torre per scegliere lo sposo, e questa palla ha colpito il maestro. Dame, fanciulle ed eunuchi l'hanno imbarcato sul carro reale e l'hanno portato a corte in compagnia della principessa. Ora è genero reale: non vi sembra una bella fortuna?"
Porcellino diede in escandescenze: "È tutta colpa di quel disgraziato di Sabbioso. Se fossi stato anch'io in quella piazza, la palla della principessa avrebbe colpito me. Io sì, che sarei stato un genero soddisfacente!"
"Spudorato fanfarone!" esclamò Sabbioso sfregandogli il grugno. "Credi di poter comprare il mulo per tre soldi, e te lo senti già sotto il sedere. Se la palla per sbaglio avesse colpito te, la principessa non avrebbe aspettato un minuto a bruciare suppliche al Cielo di elevarti subito lassù. Chi si prenderebbe in casa una disgrazia come te?"
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