Il mio nome in religione è Consapevole delle proprie Capacità; mi chiamo anche Otto Divieti."
Il re era tanto impressionato che non osava nemmeno alzare gli occhi su di lui. Il bestione fu eccitato dall'impressione che faceva, e si lasciò andare a smorfie mostruose, sventagliando le orecchie e ridendo satanicamente.
Tripitaka gli gridò: "Via, un po' di creanza!" Porcellino si sforzò di rientrare nei ranghi e addirittura di imitare, con certe curiose contorsioni, un comportamento manieroso.
"Qual'è la storia del vostro terzo discepolo?" domandò il re. Sabbioso giunse le palme e rispose:
"Fui un semplice mortale che cercava la Via perché temeva la morte. Vagabondai fino alle estremità dei mari e ai confini del cielo, in abito monacale e con la ciotola delle elemosine. La pia sincerità della mia ricerca mi fece incontrare un compagno d'immortalità. Mi riuscì di alimentare il fanciullo alchemico e di unirmi alla bella fanciulla; quando il mio lavoro raggiunse il Chiliocosmo, armonizzai i quattro stati dei fenomeni.
Fui ammesso dentro i confini del Cielo, mi inchinai davanti alla volta misteriosa e ricevetti il titolo di Generale delle Cortine Arrotolate, incaricato del carro di draghi e fenici.
Ma durante la festa delle Pesche d'Immortalità ruppi maldestramente una coppa di cristallo, e perciò fui esiliato nel Fiume delle Sabbie Mobili. Il mio aspetto e il mio spirito mutarono: mi abbandonai al peccato e distrussi molte vite.
Per fortuna la pusa, in viaggio verso l'Est, mi convertì e mi impegnò ad accompagnare il figlio del Buddha della corte dei Tang, in cerca del giusto frutto.
|