Mi sentii rinnovato e ricominciai a coltivare il Grande Risveglio.
Sia il mio nome in religione, Consapevole della Purezza, sia l'altro nome di Sabbioso, evocano il fiume."
Il re si sentiva combattuto fra la gioia e il timore: gioia che sua figlia avesse scelto un buddha vivente, e timore per quei discepoli, che erano in realtà divinità perverse. Si presentò il primo astrologo di corte: "Il matrimonio è fissato per il dodici di questo mese: un giorno fasto, particolarmente propizio all'unione e conforme alle regole generalmente in uso."
"Oggi che giorno è?" chiese il re.
"Oggi è l'otto, il giorno in cui le scimmie offrono frutta, propizio all'udienza dei saggi e alla trattazione degli affari."
Il re fu soddisfatto e ordinò di spazzare torri e padiglioni nel parco, per ospitarvi il genero e i suoi discepoli in attesa delle nozze. Poi fu tolta la seduta.
Tripitaka e i suoi si ritirarono nei quartieri destinati dove, al cader della sera, fu servito un pasto vegetariano.
"Abbiamo avuto una giornata impegnativa; perciò dobbiamo mangiare in abbondanza!" esclamò allegro Porcellino. I servitori portavano una pignatta dopo l'altra di riso e di tagliatelle, e riempivano senza tregua la sua ciotola; finalmente il mangione si sentì sazio, pieno e stivato fino ai capelli, e si fermò. Si accesero le lampade, si distesero le coperte e in breve tutti si coricarono.
Non appena restarono soli, il reverendo si rivolse al Novizio con voce furente: "Maledetto macaco, mi metti sempre in situazioni impossibili! Te lo avevo detto che volevo sbrigare il visto del passaporto tenendomi lontano da quella torre: mi ci hai trascinato tu. E adesso che abbiamo visto com'è andata a finire, che cosa conti di fare per cavarmi dai guai in cui mi hai ficcato?"
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