"Maestro" rispose sorridendo Scimmiotto, "vi ho portato dove potevate soddisfare la vostra passione nostalgica per il passato e le tradizioni; non dicevate che la scelta dello sposo con il lancio della palla ricamata vi ricordava la vostra povera mamma? Sul serio: abbiamo promesso al superiore del Monastero Pavimentato d'Oro di chiarire il mistero della principessa; non potevamo farlo tenendoci in disparte. Il re ha la faccia cupa, cova qualcosa; ma di sua figlia non ho ancora avuto modo di farmi un'idea."
"Che cosa farai quando l'avrai vista?"
"Distinguerò il vero dal falso e il giusto dal perverso: mi basterà guardarla negli occhi."
Sabbioso e Porcellino risero: "Nostro fratello fa pratica come fisiognomonista."
"Quelli non sono buoni nemmeno ad allacciarmi le scarpe" ribatté Scimmiotto.
"Voi perdete tempo a cicalare" gridò Tripitaka, "ma questa gente ha deciso di prendermi per genero: come me ne potrò liberare?"
"Le nozze sono fissate per il dodici. In quell'occasione la principessa dovrà per forza presentarsi in pubblico, per rendere omaggio ai genitori, e io avrò modo di osservarla. Se poi scoprissi che è una ragazza normale, non vi resterà che sposarla e godervi i fasti del regno."
L'esasperazione di Tripitaka raggiunse il colmo: "Brutto macaco, mi vuoi morto! Avremo percorso il novantotto per cento del nostro viaggio, e tu cogli il momento per pugnalarmi con la tua lingua affilata. Tienila chiusa, quella boccaccia puzzolente! Se mi manchi di rispetto, recito l'incantesimo e ti spacco la testa."
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