Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il re, soddisfatto, ordinò all'ufficiale di guardia: "Portami i quattro tesori dello studio del letterato. Pregherò il genero di mettere i suoi poemi per iscritto, così potremo gustarceli con comodo."
     Il reverendo prese il pennello e scrisse.
     Ai versi sulla primavera:

     Il ciclo si avvicenda, fonde il gelo,
     La dolce pioggia ogni cosa ha lavata.
     Si rinnova la vita in ogni stelo.
     Splende nel sole l'aiuola infiorata.

     Ai versi sull'estate:

     Dell'ombra della sofora abbisogni,
     Che dall'ardente sole ti solleva.
     Se musica ti occorre pei tuoi sogni,
     Canto d'uccelli ogni tristezza leva.

     Ai versi sull'autunno:

     Gli ultimi aromi esalan foglie al suolo.
     Il primo gelo al cipresso ha giovato.
     Dei crisantemi fiorisce lo stuolo.
     Sulle acque la canzone ha risonato.

     Ai versi sull'inverno:


     Dà l'aria fredda e pura il suo piacere;
     Mette in risalto le rupi innevate.
     Messo a bollire il cumis sul braciere,
     Ci scaldiamo le mani congelate.

     Il re fu generoso di complimenti e ordinò all'ufficio della musica di comporre ed eseguire arie sui versi di Tripitaka. Così passò la giornata.
     Scimmiotto e i condiscepoli, nel loro chiosco, attendevano a passatempi più materiali e finirono per sentirsi un po' brilli. Alla fine andarono in cerca del maestro, che si stava ancora intrattenendo con il re. Porcellino, che non conosceva moderazione, si lasciò andare a gridare: "Come siamo stati bene! Ci siamo riempiti la pancia come si deve. Adesso possiamo anche buttarci giù a ronfare."
     "Che maleducato!" esclamò ridendo Sabbioso. "Dormire subito dopo aver mangiato tanto non aiuterà la nostra digestione."


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