La principessa batté la fronte al suolo in segno di gratitudine. Il re salì nella sala d'udienza e convocò il real genero e i suoi discepoli.
Tripitaka, che aveva contato febbrilmente i giorni, stava appunto discutendo il da farsi: "Eccoci arrivati al giorno dodici. Come ci regoliamo?"
"Il re è effettivamente circondato da un soffio nefasto; ma è lieve, non può trattarsi di niente d'irreparabile" rispose Scimmiotto. "Quanto alla principessa, non ho ancora avuto modo di osservarla; al primo colpo d'occhio ne saprò quanto occorre. In ogni modo, voi dovete conservare la calma. Vedrete che il re ci convocherà, e probabilmente inviterà noialtri ad andarcene. Voi non dovete fare difficoltà a restar qui solo: vedrete che io ritornerò subito di nascosto ad assicurare la vostra protezione."
Ed ecco giungere l'ufficiale che li convocava davanti al re, accompagnato dal direttore dell'ufficio del cerimoniale.
"Eccoci qua!" sogghignò Scimmiotto. "Naturalmente si tratterà di metterci alla porta, prima di dare il via ai festeggiamenti."
"Chissà quante once d'oro e d'argento ci offriranno; ce ne sarà da darci bel tempo e da riportarne a casa a bizzeffe" sognava Porcellino.
"Sta zitto!" esortò Sabbioso. "Facciamo come suggerisce il fratello maggiore."
In assetto di viaggio, con bagagli e cavallo, seguirono l'ufficiale ai piedi dei gradini vermigli. Il re disse loro: "Dateci i vostri documenti perché vi apponiamo il sigillo. Vi abbiamo preparato un viatico perché vi possiate recare senza indugio sul Monte degli Avvoltoi a incontrare il Buddha. Al ritorno, se avrete ottenuto le scritture, riceverete altri segni della nostra gratitudine. Non abbiate timore per nostro genero: resta in buone mani."
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