Puri canti, danze meravigliose, più amabili dei fiori ricamati sul broccato.
Nel vedere il suo maestro insensibile al bello spettacolo, il Novizio schioccava la lingua soddisfatto: "Che monaco in gamba! Tra le sete e i broccati il cuor non si smarrisce; vanno i piedi sul diaspro, ma la mente nel cielo."
La principessa attendeva davanti al Palazzo della Gazza, circondata dalle regine e dalle concubine reali, che gridarono: "Viva il re! Lunga vita al re!" Il reverendo, preso dal panico, tremava come una foglia e non sapeva come comportarsi. Scimmiotto constatò che intorno alla principessa c'era un'aura malefica, per quanto lieve. Mormorò all'orecchio del maestro: "In effetti in quella principessa c'è qualcosa che non va."
"Come faremo a costringerla a mostrarsi nel suo vero aspetto?"
"Ci penso io, seduta stante."
"Fermo, per carità! Non bisogna spaventare sua maestà. Per usare le tue magie, devi aspettare che si sia ritirato."
Scimmiotto non era di temperamento temporeggiatore. Gettò un grido, riprese la propria forma e si gettò sulla principessa: "Bestia immonda! Non ti bastava goderti il frutto delle tue menzogne: sei tanto spudorata da voler ingannare anche il mio maestro e distruggere il suo yang immacolato."
Il re rimase a bocca aperta, le regine svenivano, la dame di palazzo scappavano via e non sapevano più dove nascondersi. Era come se
soffiasse temporale di primavera o burrasca autunnale. Il temporale di primavera scuote mille fiori nel giardino; la burrasca autunnale si porta via diecimila foglie dal boschetto. Peonie spezzate sono cadute sulla balaustra. Gli ibischi presso lo stagno fremono ancora. Petali di crisantemi si sono raccolti ai piedi della terrazza. Il povero melo fiorito si affloscia senza forza nella polvere. Il profumo delle rose si disperde.
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