"Veniamo da lontano per presentare al Buddha i nostri omaggi, e ignoriamo il nome della vostra nobile città. Dove potremmo trovare persone rivolte al bene, cui chiedere l'elemosina di un pasto?"
"Vi trovate nella sottoprefettura di Diling, che appartiene alla prefettura della Terrazza di Bronzo. Non dovrete certo penare per elemosinare il pasto: passate quell'arco e imboccate il viale verso sud; in una traversa, sulla sinistra, vedrete la torre d'ingresso della casa del signor Kou. Sulla porta ci sono statue di tigri coricate e la scritta: 'Benvenuti i diecimila monaci.' Là otterrete quello che vi occorre. E ora, per piacere, lasciateci ritornare alla nostra conversazione."
Tripitaka ringraziò e ritornò a riferire ai discepoli.
"Si vede bene che l'Occidente è buddista! Qui si è organizzati per nutrire i monaci. Dal momento che in una semplice sottoprefettura non occorre far vistare il passaporto, andiamo senz'altro a mendicare il pasto, così ripartiremo senza indugio."
Il loro cammino li portò attraverso un mercato, dove la gente li guardava stupita, faceva crocchio intorno a loro e si spingeva per vederli meglio. Il reverendo mormorava: "Niente incidenti! Niente incidenti!", e i discepoli camminavano piano a testa bassa, senza osare di levar gli occhi.
All'angolo indicato trovarono il grande viale verso sud, e a un incrocio scorsero la torre con le tigri coricate davanti all'ingresso e una grande targa con quattro caratteri:
BENVENUTI I DIECIMILA MONACI!
"Terra di Buddha!" esclamò Tripitaka. "Guardate come la gente è onesta e precisa. Temevo che quei vecchi esagerassero in ottimismo; e invece le cose stanno proprio come dicevano loro."
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