Nei bruciaprofumi arde l'aloe, nei vasi i fiori di loto mostrano il loro splendore. Sui tavolini sono disposti dei freschi cinque nuvole, le scatole sono colme di petali profumati. Una vasca di vetro è piena di acqua limpida. Lampade di cristallo bruciano olio profumato dalla fiamma chiara. La pietra d'oro vibra senza fine.
Il luogo rivaleggia con le torri sacre, al disopra della polvere del mondo: una sala da preghiera privata, che non ha nulla da invidiare a quelle di eminenti monasteri.
Il reverendo si purificò le mani, accese un bastoncino di incenso, si prosternò e pregò a lungo. Alla fine si rivolse al suo ospite per salutarlo nelle dovute forme. "Vi prego" gli disse lui, "andiamo a fare le presentazioni nella sala dei sutra."
Negli alti scaffali si stipano i testi sacri; scatole metalliche raccolgono lettere e documenti. Su tavole scolpite e laccate si trovano servizi per scrivere della migliore qualità, con carta, inchiostro e pennelli.
Davanti a una cortina profumata sono disposti libri, pitture, liuto e scacchiera: gli strumenti dei veri piaceri raffinati.
Si vedono appese una lieve pietra sonora di giada preziosa, legata in oro, e una barba di drago decorata di luna, che protegge dalle correnti d'aria. L'atmosfera pura rinvigorisce lo spirito; il cuore liberato dagli affanni si immerge serenamente nella Via.
Il reverendo voleva eseguire il cerimoniale dei saluti, ma l'ospite lo pregò di mettersi prima a suo agio levandosi il kasâya. Dopo i saluti, il signor Kou ordinò di portare foraggio al cavallo e di collocare i bagagli dei pellegrini sotto il portico. Infine si procedette alle presentazioni.
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