Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     La signora Kou, moglie del padron di casa, sorpresa da tanta agitazione, si informò: "Da dove vengono i monaci che provocano tutto questo subbuglio?"
     "Sono monaci eminenti inviati dai grandi Tang" rispose uno sguattero. "Nessuno in cucina sa dove siano questi Tang. Il padrone dice che sono scesi dal cielo, e ci ha ordinato di sbrigarci a mettere in tavola."
     La vecchia signora si rallegrò e chiamò una cameriera: "Svelta, portami un vestito adatto: anch'io voglio vedere gli ospiti."
     "Signora" precisò lo sguattero, "uno di loro vale la pena di vederlo; ma gli altre tre sono orrendi."
     "Voi non capite niente di queste cose. Gli esseri celesti discesi sulla terra possono avere le facce più strane e bizzarre. Dì al padrone che vengo anch'io."
     Il ragazzo corse in biblioteca e annunciò: "Anche la signora vuole vedere e salutare queste persone delle terre dell'Est."

     Quando essa entrò nella sala notò il nobile volto e il portamento elegante di Tripitaka, che si alzava per salutarla. Ma gli altri tre erano proprio insoliti: anche a volerli discesi dal cielo, c'era da spaventarsi. La signora cadde in ginocchio, un po' per salutarli e un po' perché sentiva le gambe molli di paura.
     Tripitaka restituì prontamente la cortesia: "Siamo confusi di avervi scomodata per questi omaggi che non meritiamo."
     "Perché i quattro maestri non sono seduti tutti insieme?" chiese la signora a suo marito.
     "Il fatto è che noi tre siamo i discepoli" rispose Porcellino alzando il grugno. La sua voce cavernosa aveva risonanze da ruggito di tigre negli anfratti della montagna; la signora sentiva aumentare la propria apprensione.


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