Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Porcellino non seppe trattenersi dal dire la sua, strillando: "Maestro, voi proprio non avete considerazione per i sentimenti degli altri. Dal momento che questo signore è ricco sfondato, tanto da aver nutrito tutti quei monaci, e ci chiede con assoluta sincerità di restare, che noia vi dà accettare e fermarvi per un anno? Perché dovremmo partire a tutti i costi e correre le strade mendicando, quando qui si mangia tanto e bene? Si direbbe che sulla strada maestra vi stia aspettando vostra nonna."
     "Stupido!" s'indignò Tripitaka. "Tu pensi solo a mangiare; non ti curi delle cause che condannano alla trasmigrazione. Tu grufoli nel truogolo fino a farti scoppiare lo stomaco, e non pensi ad altro. Se siete prigionieri della vostra ghiottoneria, ripartirò da solo."

     Vedendo la faccia alterata del maestro, Scimmiotto afferrò Porcellino per il collo e lo riempì di botte sulla testa, brontolando: "Questa bestia spinge la sua incoscienza a metter su il maestro contro di noi."
     "Ben fatto!" approvava Sabbioso ridendo. "È già insopportabile quando sta zitto; figuriamoci se apre la bocca per far vedere che gli manca il buon senso."
     Il povero bestione ansimava e soffriva, senza più osare di proferir verbo.
     Il signor Kou, messo a disagio da quello scontro fra maestro e discepoli che si svolgeva davanti a lui, aveva stampato sulla faccia un sorriso più largo che mai: "Maestro, non vi inquietate. Pazientate per oggi: farò preparare tamburi e stendardi, e avvertire i parenti e i vicini. Domani vi accompagneremo alla partenza."


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