Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Porcellino ritornò alla carica: "Maestro, non esagerate. Dice l'adagio: Non imporre la tua presenza, resta se ti trattengono. Che fretta abbiamo? In un mesetto soddisferemmo le richieste della madre e dei figli."
     Il monaco cinese emise un brontolio da bestia feroce. Il bestione si appioppò due schiaffi da solo e disse: "Zitto, scemo! Ricominci?" Scimmiotto e Sabbioso scoppiarono a ridere.
     Tripitaka se la prese con il Novizio: "Tu di che cosa ridi?" Era tanto irritato che fu sul punto di recitare l'incantesimo di costrizione del cerchio. Scimmiotto, preso dal panico, si inginocchiò: "Maestro, fermo! Non dite niente! Non ho nessuna voglia di ridere!"
     Al signor Kou non restò che rinunciare a insistere, per non alimentare il dissidio fra maestro e discepoli: "Non litigate! Resta inteso che domani vi accompagnerò."

     Uscito dalla sala dei sutra, ordinò al suo segretario di spedire un centinaio di biglietti a vicini e parenti, per invitarli ad accompagnare l'indomani i maestri cinesi in partenza per l'Ovest. Commissionò ai cuochi un banchetto d'addio, incaricò il maggiordomo di far confezionare venti paia di stendardi colorati, di ingaggiare una banda musicale e di invitare i monaci del Monastero della Venuta del Sud e i preti taoisti del Tempio del Picco dell'Est. Tutto doveva essere pronto l'indomani mattina alle dieci.
     Caduta la sera, cenarono e si ritirarono per dormire.

     Sul villaggio isolato si vedon macchie nere
     Di corvi in volo; in cima alla torre lontana
     Rintoccano campane e rullano tamburi.


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