I figli presero tutto per oro colato: "Se li hai visti, non si può sbagliare. Evidentemente, nei quindici giorni che hanno trascorso da noi, sono stati tentati delle ricchezze che si vedevano intorno e hanno studiato la disposizione della casa. Alla fine hanno approfittato del buio e del maltempo per commettere l'assassinio. Che infami! Dobbiamo preparare subito la denuncia."
"Come scriviamo?" chiese Kou Dong.
"Come ha detto la mamma" rispose Kou Liang. E scrisse:
"Il monaco cinese reggeva il lume, Porcellino incitava alla violenza, Sabbioso saccheggiava oro e argento, Scimmiotto ha ucciso nostro padre."
Tutti in casa erano in effervescenza. Chi correva a informare i parenti, chi preparava la bara; Kou Liang e il fratello si recarono dal prefetto del capoluogo. Il magistrato di Terrazza di Bronzo era un uomo retto ed eminente.
Buono e semplice, aveva sempre vissuto nella rettitudine. Da ragazzo era povero e d'inverno studiava alla luce riflessa dalla neve. Aveva affrontato l'esame di stato ancora in giovane età. Giusto e leale, mescolava sempre ai suoi pensieri pietà e compassione.
Gli annali lo glorificano: fu come Gong e Huang. Il suo nome viene ricordato nei tribunali accanto a quelli di Zhuo e Lu(80).
Egli sedette sul seggio, prese le disposizioni sugli affari correnti e ordinò di distribuire le tavolette ai querelanti. I fratelli Kou si presentarono, mostrando la tavoletta ricevuta, si prosternarono e gridarono: "Eccellenza, ci quereliamo per un grave fatto di sangue e di furto con effrazione."
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