Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto ne convenne. Si recò con Porcellino e Sabbioso nella valletta dov'era raccolta la refurtiva e la caricò sul cavallo. Un altro carico di metalli preziosi toccò a Porcellino, mentre Sabbioso si occupò dei loro bagagli. Scimmiotto ebbe la tentazione di lasciare ai briganti un ricordo della sua sbarra, ma temette i rimproveri di Tripitaka; ricuperò i suoi peli e li guardò balzar su, non appena liberi, e scappare a gambe levate, ben contenti di uscirne vivi.
     Fu così che Tripitaka ritornò indietro con i suoi per restituire i beni rubati. Non sapeva di comportarsi come la falena, quando vola verso la fiamma che le brucerà le ali. Lo attesta il poema:

     La bontà, cari amici,
     Di rado ha ricompensa,
     E più spesso le accade
     Di attirare il bastone.
     Hai notato qualcuno

     Che è caduto nell'acqua
     E vuoi tirarlo su?
     Tu pensaci due volte,
     E se proprio vuoi farlo
     È a tuo rischio e pericolo!

     I pellegrini camminavano verso la città carichi di oggetti preziosi, quando videro arrivare una folla di gente armata di lance e di sciabole.
     "Discepoli!" gridò Tripitaka. "Che cosa significa tutta quella gente armata che ci viene incontro?"
     "Disgrazia!" squittì Porcellino. "I briganti hanno raccolto grandi rinforzi e si sono armati meglio per darci una lezione!"
     "Fratello, guarda bene" replicò Sabbioso. "Ti sembrano briganti?"
     "La stella della disgrazia non è tramontata sul capo del maestro" mormorò Scimmiotto. "È chiaro che questa gente sta inseguendo i briganti, e noi ci troveremo in una posizione delicata."
     I sopraggiunti accerchiarono i pellegrini: "Bonzi del malanno! Avete la sfacciataggine di aggirarvi ancora da queste parti, dopo esservi dedicati alle vostre ruberie."


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