Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Circondarono Tripitaka, lo strapparono dal suo cavallo e lo legarono. Poi fu la volta dei discepoli. Una volta legati, i prigionieri vennero appesi a pertiche passate nei nodi delle funi, e ciascuno di loro fu portato da due uomini. Si impadronirono anche del bagaglio, si spinsero davanti il cavallo e li portarono nel capoluogo della prefettura.
     Tripitaka piangeva e aveva perduto la parola. Porcellino brontolava risentito; Sabbioso si sentiva disorientato. Scimmiotto, noncurante, si preparava a mostrare le sue capacità.
     Le truppe si presentarono al tribunale e annunciarono: "Eccellenza, i coscritti hanno catturato i malviventi."
     Il magistrato li ricompensò della pena che si erano data, verificò la refurtiva e la restituì alla famiglia Kou. Poi ordinò la comparizione di Tripitaka e dei suoi compagni.

     "Pretendete di venire dalle terre dell'Est e di andare nel Paradiso dell'Ovest a rendere omaggio al Buddha; ma in realtà questa non è che la copertura della vostra attività di briganti."
     "Vostro onore" rispose Tripitaka, "permettetemi di dichiarare quanto segue: l'umile monaco che vedete non è un bandito e non si è certo permesso una simile impostura. Lo prova il passaporto che troverete fra le nostre cose. Proprio perché il signor Kou ci ha ospitato generosamente per quindici giorni, la gratitudine ci ha spinto a togliere la refurtiva ai briganti, che avevamo incontrato sulla nostra strada, e a riportarla al legittimo proprietario. Mentre lo facevamo, siamo stati arrestati e scambiati per i ladri; ma in realtà non lo siamo. Preghiamo vostro onore di procedere a un attento esame dei fatti."


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