Opere di letteratura italiana e straniera |
Guardate che bravo: si rimpicciolì per liberarsi dalle cinghie che lo legavano al letto, si trasformò in un moscerino e fuggì da un interstizio fra le tegole del tetto. Era una bella notte serena; luna e stelle splendevano ancora. Si guardò intorno per orientarsi e prese il volo verso Diling e la strada dove abitavano i Kou. Lungo la via brillava una luce: si accostò e constatò che si trattava del laboratorio di un fabbricante di formaggio di soia. Il padron di casa attendeva alla cottura al fornello, mentre sua moglie pressava gli ingredienti. Lui diceva: "Mamma, il signor Kou aveva fortuna e figli; ma gli è mancata la lunga vita. Da piccoli eravamo compagni di scuola; avevo cinque anni più di lui. Suo padre si chiamava Kou Ming. A quel tempo non possedevano più di mille mu di terreno agricolo, e faticavano a farsi versare la rendita. Quando ebbe vent'anni, suo padre morì e lui dovette assumere l'amministrazione del patrimonio. La sua fortuna fu di sposare la figlia di Zhang il Ricco, che allora chiamavamo Spingi L'Ago: quello fu l'inizio della sua prosperità. Da quando entrò in casa sua, la resa dei terreni migliorò e i crediti furono ricuperati. Qualunque affare intraprendesse, gli portava un buon guadagno. Nel tempo ha accumulato una fortuna di centinaia di migliaia di sapeche. A quarant'anni si è volto al bene e ha fatto voto di nutrire diecimila monaci. Ed ecco che i briganti lo hanno ucciso a calci. Che sfortuna! Aveva sessantaquattro anni e possedeva tutto ciò che serve per godersi la vita. Era un uomo buono. È mai possibile che, invece di godere i suoi meriti, abbia dovuto finire così? Che triste vicenda!"
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