Terrorizzati, i funzionari si gettarono a terra: "Vostra eminente santità non dubiti: sottometteremo immediatamente il caso al magistrato, chiedendogli di ordinare la scarcerazione. Piano con i piedi, per carità! Ci farete morire di paura!"
Scimmiotto tornò a trasformarsi in moscerino; questa volta volò sul tetto della prigione, entrò dallo spiraglio che aveva utilizzato per uscire e si rimise a letto; dove, malgrado le cinghie, si addormentò.
Intanto il magistrato salì in cattedra. Non appena furono distribuite le tavolette, i fratelli Kou corsero a inginocchiarsi con alte grida davanti alla porta. Quando furono introdotti e presentarono l'istanza di scarcerazione dei detenuti, il magistrato si irritò: "Ieri vi eravate querelati per il furto dei vostri beni. Ho fatto arrestare i ladri e voi avete ricuperato la refurtiva. Che cosa significa questa istanza?"
"Eccellenza" replicarono i ragazzi piangendo, "questa notte l'anima di nostro padre si è manifestata per rimproverarci di aver fatto incarcerare ingiustamente il santo monaco, che ci stava riportando il bottino tolto ai briganti. La cosa ha indignato le divinità locali, che si sono presentate a rapporto dal re Yama. Ci ha ordinato di chiedere la liberazione degli innocenti, sotto pena delle peggiori disgrazie. Ecco perché ci siamo ripresentati, con la speranza che vostra eccellenza accolga la nostra istanza."
Il magistrato rifletteva: "Non è poi tanto strano che il fantasma di un morto ammazzato si mostri inquieto per qualche giorno, finché il cadavere è ancora caldo e ci sono misteri da risolvere. Ma mio zio è morto cinque o sei anni fa, e dovrebbe giacere in pace. Che cosa sta succedendo?"
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