Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     In quel momento entrarono in folla i funzionari di Diling, capeggiati dal sottoprefetto: "Vostro onore, guai in vista! L'Imperatore di Giada ci ha mandato un dio ambulante per esigere l'immediata liberazione di quelle brave persone che sono state incarcerate. Quei bonzi non sono briganti, ma figli del Buddha in cerca di scritture. Se tardiamo, schiaccerà noi e ridurrà in polvere la nostra città."
     Il magistrato ascoltava, livido di spavento. Ordinò subito al cancelliere della camera di giustizia di redigere un mandato di comparizione per i detenuti, e li mandò a prelevare.
     Porcellino si chiedeva inquieto quali nuove torture avrebbe portato la giornata. "Stai tranquillo" gli disse ridendo Scimmiotto. "Nessuno ti toccherà: ho sistemato le cose. Non inginocchiatevi, e aspettate invece di essere invitati a sedere al posto d'onore. Vedrete: reclamerò la restituzione del cavallo e dei bagagli, e se qualcosa mancherà, gliele darò io le botte!"

     Quando entrarono nell'aula del tribunale, il magistrato, il sottoprefetto e i funzionari di ogni ordine e grado andarono loro incontro: "Ieri non abbiamo potuto approfondire l'inchiesta per l'arrivo del nostro superiore; e d'altronde il ritrovamento della refurtiva ci aveva indotto in errore."
     Tripitaka giunse le mani, si inchinò e ripeté la propria versione dei fatti. I funzionari non sapevano come scusarsi: "Eravamo fuorviati, siamo caduti in un errore increscioso. Vogliate scusarci!" Chiesero quindi se in carcere avessero subito danni o perdite.


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