Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto si fece avanti con gli occhi sgranati per la collera e dichiarò con voce tonante: "Un tizio del tribunale si è impadronito del nostro cavallo bianco; i nostri bagagli sono finiti nelle mani dei carcerieri. Adesso ce li dovete restituire senza indugio. Questa volta tocca a me interrogarvi: avete idea di quale sia la pena per avere arrestato delle persone innocenti, facendole passare per briganti?"
     I funzionari, spaventati, si affrettarono a far portare cavallo e bagagli, e ad accertare che non mancasse nulla. Ma poiché i discepoli non sembravano disposti ad accontentarsi, la colpa dell'errore fu attribuita alla famiglia Kou. Tripitaka cercava di metter pace: "Discepoli, i funzionari hanno ragione. Se volete saperne di più, non potete prendervela con loro. Andremo dai Kou, li interrogheremo e stabiliremo chi dice di averci visto agire come briganti."

     "Buona idea" acconsentì Scimmiotto. "Interrogherò il morto: saprà ben dirci chi l'ha ucciso."
     Sabbioso issò a cavallo il reverendo in mezzo all'aula di giustizia, e tutti i presenti si avviarono verso la sottoprefettura e la casa dei Kou. I fratelli li accolsero pieni di paura, prosternandosi senza tregua, e li condussero nella camera ardente, dov'era riunita la famiglia in lutto.
     "Ecco qui una madre di famiglia che fabbrica calunnie a danno della brava gente" disse Scimmiotto alla signora Kou. "Smetti di piangere. Ora interrogherò tuo marito: provvederà lui a smentirti."
     Naturalmente i funzionari credevano che Scimmiotto scherzasse. Ma lui disse: "Signori, vi prego, fate compagnia al mio maestro. Porcellino e Sabbioso, state all'erta. Io torno fra poco." E d'un balzo salì in cielo.


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