L'azzurro sopra l'edificio si coprì di un velo di nubi iridate: un soffio di buon augurio proteggeva l'anima primordiale. Infine la gente vide e comprese che si trattava di un immortale che cavalcava le nuvole, di un santo capace di ridar vita ai morti. Va da sé che tutti pregarono e bruciarono incenso.
Con una capriola il grande santo raggiunse il mondo delle tenebre ed entrò nella Sala della Rete della Foresta, seminando il panico
fra i giudici infernali, che lo accoglievano giungendo le mani, mentre gli assessori dei cinque orienti si prosternavano.
I mille alberi-spade erano sconvolti, la montagna dei Diecimila Coltelli era spianata. Nella città delle vittime di malamorte i farfarelli si convertivano; sotto il Ponte Senza Appello i fantasmi ritornavano in vita.
Un raggio di luce divina, come una celeste amnistia, illuminava il dominio delle tenebre e splendeva dappertutto.
I dieci giudici accolsero il grande santo e, dopo le cortesie d'uso, gli chiesero quale fosse lo scopo della visita.
"Chi di voi ha aperto la pratica del fantasma di Kou Hong, quello che nutriva monaci nella sottoprefettura di Diling? Fatemi il piacere di rintracciarla subito."
"Kou Hong è una persona perbene. Non abbiamo mandato a prenderlo noi, ma è venuto da solo. Ha incontrato un paggio abito-d'oro al servizio di Dizang, che l'ha accompagnato a visitare il suo padrone."
Scimmiotto si congedò per recarsi al Palazzo delle Nuvole Smeraldine, dove chiese del pusa. Dopo i saluti, Scimmiotto espose il caso, e il suo ospite rispose cortesemente: "Il destino di Kou Hong era di non superare in anni d'età il numero degli esagrammi(81), e di finire la sua vita senza imbrattare le lenzuola del suo letto. Perciò ha lasciato il mondo terrestre in quel modo. Viste le sue referenze, mi era sembrato adatto per assumerlo come segretario generale del registro dei destini propizi. Ma per riguardo a voi, posso prolungare la sua vita terrestre di un ciclo di dodici anni. Lo facciamo chiamare, così ripartirà con voi."
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