Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Fenici dai colori brillanti volano a coppie e cantano al sole; le loro danze sono uno spettacolo raro. Anitre mandarine sono posate sulle tegole d'oro. Le pareti sono coperte di colori e disegni, e decorate con agate.
     A est come a ovest si vedono palazzi squisiti e arche di perle. A nord come a sud, lunghe prospettive di torri e padiglioni preziosi. Una luce iridata splende sulla sala Devarâja; un alone purpureo circonda l'edificio Protezione della Legge. I fiori di utpala spandono profumo ai piedi del magnifico stupa.
     È una terra più bella del paradiso. Ogni destino si compie là dove non giunge la polvere del mondo. Nemmeno mille kalpa consentirebbero di giungere alla gran sala della Legge.

     Nella loro passeggiata attraverso la foresta di pini e il boschetto di verdi cipressi, maestro e discepoli incontrarono diversi pii laici e uomini dabbene. Il reverendo si inchinava a upâsaka, upâsikâ, bhiksu e bhiksuni, che rispondevano al saluto giungendo le mani e gridavano: "Reverendo, non dovete rendere omaggio a noi. Andate prima da Sâkyamuni, e poi faremo conoscenza."

     "Che zelo! Che piega schiena indefesso!" sghignazzava Scimmiotto. "Aspettate almeno di arrivare dal padron di casa."
     Il reverendo seguiva il Novizio e si sentiva inebriato. All'ingresso del monastero, quattro grandi vajrapani li fermarono e chiesero: "Il santo monaco è fra voi?" "Ecco il vostro discepolo Xuanzang" rispose inchinandosi Tripitaka.
     "Aspettate qui, santo monaco; vi andiamo ad annunciare."
     Uno dei vajrapani si incaricò di trasmettere la notizia ai quattro grandi portatori di folgore della seconda porta, che nello stesso modo la trasmisero a quelli della terza. Sostavano alla terza porta i divini monaci del Servizio delle Offerte, uno dei quali si recò nella Sala del Grande Eroe ad avvertire il Buddha Sâkyamuni in persona, il Beato, il Supremamente Onorato: "Il santo monaco della corte dei Tang è giunto al monastero; viene in cerca delle scritture."


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