Opere di letteratura italiana e straniera |
I due onorevoli ricondussero i pellegrini al padiglione, ma quando furono sul posto ripeterono la richiesta di un regalo. In mancanza di meglio, Tripitaka ordinò a Sabbioso di prendere la ciotola da elemosine in oro massiccio e la offrì rispettosamente: "Il lungo viaggio e la povertà non hanno consentito al vostro discepolo di prepararvi un regalo. Questa ciotola mi è stata donata dal mio sovrano per mendicare il cibo lungo la strada. Ve la offro per dimostrare la mia gratitudine, in attesa di potervi dare di più quando sarò ritornato a corte dal mio sovrano, che pregherò di ricompensarvi generosamente. Vi prego però di darmi questa volta fogli scritti, perché la mia missione non fallisca e tutte le fatiche del lungo viaggio non siano rese inutili."
Ânanda si limitò ad abbozzare un sorrisetto e incamerò la ciotola. Le guardie della torre, i sagrestani che raccoglievano le offerte e gli arhat che sorvegliavano la biblioteca sghignazzavano, si facevano segni d'intesa, si battevano pacche sulle spalle e sulle guance, si pizzicavano le labbra: "Hai visto lo svergognato? Fa finta di niente e arraffa la ciotola!" |