Era chiaro che la tempesta era segno di creature delle tenebre che volevano impadronirsi delle scritture. Infuriò tutta la notte, e solo verso l'alba accennò a placarsi. Inzuppato da capo a piedi e tutto tremante, il reverendo gridava: "Consapevole del Vuoto, che cosa sta succedendo?"
"Maestro, non capite?" rispose Scimmiotto ansante. "Ottenere i sutra è un'impresa che toglie al cielo e alla terra i loro poteri di trasformazione. Voi conseguite una durata pari all'universo, una luce pari al sole e alla luna, la longevità di un'eterna primavera e un corpo imputrescibile nel dharma. Il cielo e la terra non possono sopportarlo. Abbiamo scatenato l'invidia di diavoli e dèi, che ora vorrebbero togliervi i sutra. Ma l'acqua che li inzuppa li appesantisce e il vostro corpo dharmico li protegge: non ci sono tuono, folgore o nebbia che ve li possano strappare. E la sbarra del vostro vecchio Scimmiotto, puro yang, protegge voi. Ora si leva il giorno e ascende il soffio yang: ormai siete al sicuro."
Tripitaka e gli altri capirono che cosa era accaduto e ringraziarono calorosamente Scimmiotto. Quando il sole salì in cielo, portarono i sacchi dei sutra in cima a una rupe e li aprirono per far asciugare i rotoli. Ancor oggi si vede la roccia su cui i testi furono stesi al sole. Anche vestiti e calzature furono messi ad asciugare, e i pellegrini saltellarono intorno per riscaldarsi.
Ama il sole lo yang, tiene lontano
Ogni mostro notturno. Le scritture
Zuppe d'acqua non temono la folgore,
Né vento o fuoco. Non li può fermare
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