"Verremo da voi quando i sutra saranno asciutti" rispose Scimmiotto.
"Come si sono bagnati?"
"Ricordate la tartaruga bianca che ci aveva fatto attraversare il fiume? L'abbiamo nuovamente incontrata, e ci ha traghettato anche questa volta. Ma quando ha saputo che avevamo dimenticato di porre al Buddha certi quesiti per conto suo, ci ha buttato in acqua e se n'è andata."
Chen Cheng era tanto insistente che Tripitaka si dovette rassegnare a dargli retta. Raccolse quindi i suoi sutra, ma non si accorse che le estremità di alcuni rotoli di quello sulla vita del Buddha si erano incollate alla roccia, e le strappò inavvertitamente. Questo è il motivo per cui, ancor oggi, il testo è lacunoso; mentre quelle rocce conservano tracce dei preziosi caratteri.
"Che peccato!" si desolò Tripitaka. "È colpa nostra: dovevamo metterci più attenzione."
"Non importa" ribatté Scimmiotto ridendo. "Nemmeno il cielo e la terra sono completi. Potete star certo che, se il sutra si è strappato, vuol dire che il grande enigma dell'incompiutezza voleva così. Non ci sono né forza né volontà umana che possano farci niente."
Mentre seguivano Chen Cheng verso casa sua, la notizia del loro arrivo correva di bocca in bocca: in breve si videro venire incontro tutti gli abitanti del paese, giovani e vecchi. Chen Qing aveva già fatto preparare una tavola di offerte alla porta di casa e aveva arruolato una banda musicale. Venne quindi sull'uscio ad accoglierli, rinnovando i suoi ringraziamenti per il salvataggio dei bambini. Quando furono introdotti venne servito il tè, mentre si preparava il pranzo.
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