Tripitaka non sopportava più il nutrimento terrestre, dopo aver assaggiato la divina cucina del Buddha e aver abbandonato il proprio involucro carnale. L'ostinazione dei due vecchietti fu messa a dura prova per fargli accettare qualche boccone, giusto per complimento.
Scimmiotto, che del resto non era mai stato un gran mangiatore di cibi cucinati, presto respinse il piatto e disse: "Ne ho abbastanza." Anche Sabbioso si fermò dopo pochi bocconi.
La cosa incredibile fu che Porcellino non sembrava più lui, e posò la ciotola.
"Non hai appetito, bestione?" chiese il Novizio.
"Non mi era mai capitato, ma mi sento lo stomaco debole."
Sparecchiata la tavola, si avviò la conversazione con molte domande sulla conclusione della cerca dei sutra, cui seguì il minuzioso racconto dell'avvenuto. Infine Tripitaka voleva congedarsi. Ma i vecchi e le loro famiglie non volevano lasciarli ripartire. "Non sapevamo come sdebitarci della profonda gratitudine che vi dobbiamo per la salvezza dei nostri figli, e non abbiamo trovato di meglio che costruire un santuario, chiamato Salvataggio della Vita, nel quale vi dedichiamo un culto."
I ragazzi Protetto di Guan e Bilancia Colma d'Oro si vennero a prosternare, e li invitarono a visitare il santuario. Quando vi giunsero, scoprirono che i Chen vi avevano organizzato un altro banchetto; si sedettero a tavola, e già ricevevano un altro invito a pranzo; impugnarono le bacchette, e giunse un terzo invito. E così via: Tripitaka non osava dir di no per non deludere nessuno.
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