Si aggiungano i pasticcini al miele e al burro, i vini densi, i tè profumati e tanti insoliti sapori.
Non si finirebbe mai di descrivere le mille ghiottonerie per cui il grande impero della Cina si differenzia dai barbari dell'Ovest.
L'imperatore Taizong sedette al centro; il maestro, i discepoli e i mandarini civili e militari presero posto secondo il rango a sinistra e a destra. Si eseguirono canti e danze solenni. La giornata trascorse piacevolmente.
È degna l'assemblea di Tang e Yu,
Benedetta dai sutra conseguiti.
Prosperità è assicurata per sempre,
Dalla luce del Buddha rischiarata.
Al cader della sera tutti resero grazie all'imperatore e si ritirarono. Tripitaka rientrò nel Monastero di Vasta Benedizione, dove i monaci lo accolsero prosternandosi: "Maestro, non avevamo dimenticato le vostre parole. Quando i rami dei pini si sono volti a oriente, vi siamo corsi incontro."
Il reverendo era allegro e soddisfatto, mentre si installava nella cella del superiore. Porcellino, questa volta, non fece baccano per avere riso o tè; Scimmiotto e Sabbioso erano addirittura gravi e riservati. L'ottenimento della Via aveva spento la loro aggressività. Presto se ne andarono a dormire.
L'indomani Taizong tenne udienza e dichiarò: "Abbiamo trascorso una notte insonne, a pensare all'impresa di nostro fratello, così grande e gravida di conseguenze che è impossibile ricompensarla adeguatamente. Abbiamo pensato qualche parola di debole ringraziamento, un rozzo discorso che non è ancora stato messo per iscritto. Lo detteremo al funzionario di servizio del segretariato imperiale."
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