Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     (30) L'omissione riguarda una delle solite descrizioni generiche d'una trentina di versi.
     (31) "Fa tre persone con la luna". Allude ai versi di Li Bo (701-762):
     Una coppa di vino in mezzo ai fiori:
     Bevo da solo senza un amico di fronte.
     Alzo la coppa e invito la luna lucente:
     Con lei e con la mia ombra saremo tre.
     (Trad. G. Valensin)
     (32) L'apologo si trova negli Intrighi degli Stati Combattenti, una compilazione del I secolo avanti Cristo. La volpe cerca di farsi passare per re degli animali al fine di evitare le zanne della tigre.
     (33) Advaya, nullità e insignificanza di qualunque distinzione fra oggetti o soggetti d'esperienza. La varietà cinese del buddismo è ben esemplificata dalla successiva menzione dell'anima originaria (anima spirituale dell'uomo), che non è un termine buddista, bensì taoista.

     (34) Citazione dallo Shi Jing, Classico della Poesia.
     (35) Citazione da Confucio, Dialoghi, I, 3: "Il Maestro disse: Parole fiorite e belle forme di rado si accompagnano al ren." (Trad. E. Masi). Sul ren vale la pena di sapere di più, per conoscere meglio Confucio e la Cina. Spiega E. Masi: "La parola suona come uomo e si scrive unendo le due componenti uomo e due: l'uomo e l'altro, essere uomo in quanto ci si riferisce all'altro uomo. Si tratta dell'atteggiamento di reciprocità al fondo della mente e del cuore, che illumina ogni altro. È stato tradotto benevolenza: ma è troppo poco, se è vero che 'solo chi possiede il ren è capace di amare e di odiare' (IV,3). Il termine forse più vicino è quello di umanità - se non suonasse troppo generico. O simpatia, nell'accezione originaria: ma l'accento si sposta allora sul pathos, laddove il ren è pure una disciplina da praticare. È la virtù di così universale comprensione, da annullare le discriminazioni di funzioni e di ruoli, le gerarchie e la differenza stessa fra governanti e governati. Ma si dice pure: 'Di signori privi di ren ce ne sono. Ma non c'è mai stato un uomo volgare che possedesse il ren' (XIV,7). Diventa allora l'attributo fondamentale del signore e l'affermazione ultima della sua superiorità, giacché grazie al ren egli si qualifica come tale. È signore, degno di governare, solo chi è capace di rispecchiarsi in quei governati che gli sono per definizione inferiori, eppure uguali. Su questo paradosso è fondata la classe dirigente più durevole della storia mondiale, non ereditaria ma reclutabile (almeno in teoria) fra tutti gli individui maschi di qualsiasi origine."


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