Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Bernardo, comecché ne avesse prevista e sicuramente la morte, pure ne provò uno strazio immenso; eragli madre, ma poi qual madre! Egli ci diceva più tardi che per la morte del padre al dolore si unisce una tal quale solennità, che rende rassegnato il dolore stesso; ma per la morte della madre non si sente che lo schianto di una separazione violenta, e della rottura di un'unione e consuetudine di vita tanto più strette quanto più lunghe. Pure egli trovò il conforto ancora una volta nella perfetta uniformità alla volontà di Dio, ed anche in quella sua ragionevolezza che gli faceva ben capire che tutti siamo mortali, e che una vita giunta ad 81 anno ha già superati i limiti ordinari. Trovò pure molto conforto nella sicura speranza che la vita così santamente menata dalla madre le avesse aperto le porte del cielo, ed ancora nell'unanime e largo compianto destato dalla morte di lei.
     Più caldamente la piangevano i poverelli, che sentivano proprio aver perduta in Barbara Savini la loro madre, tanto il cuore di lei era aperto alla compassione verso di loro, e tanto larga la mano nel soccorrerne i bisogni. Ma se ai poverelli moriva in lei una madre, nel tempo istesso nasceva un padre in Bernardo. Egli sentì che in quell'ufficio, abbandonato con la morte dalla madre sua, doveva succederle lui, ed accettò questa successione con animo lieto e pronto, e da quel giorno fino alla sua morte, che furono 19 anni, la carità fu la prima occupazione, e poi a poco a poco l'unica occupazione della vita di Bernardo. Egli visse pei poveri, pei quali fu tutto a tutti, ritraendo in sé incarnato l'esempio dei santi più celebrati per la carità verso il prossimo.