Mi rallegro di cuore della recuperata salute della Gigina e voglio sperare che non m'abbia dimenticato. Sappia che la lontananza me l'ha resa più cara. Mi piace il pensiero che nutri di peregrinare pel Veneto ricongiunto alla Madre Patria per volere del fato e non pel valore de' figli suoi... Si va
e consola co' tuoi canti ispirati
i nostri redenti fratelli. Poi smetti la lira stanca da tanta peregrinazione
e riposa; che Dio son certo te ne darà il modo.
Un mondo di saluti al Babbo
ch'io considero e tengo come Babbo mio
come considero e tengo te e la Gigina come mie sorelle amatissime. Ed in conseguenza
vedi che son Laico anch'io
mille saluti alla mamma che l'ho pure per mamma mia
e quindi saluto i fratelli che son pure miei fratelli.
Saluto Villari e Vannucci.
E tu mi ama e prega per me; e se apprenderai
puta caso
ch'io sarò chiamato (veramente non vorrei ora!) all'altro mondo
conforta il mio nome a' presenti ed a' futuri con una tua mesta ed amorevole elegia. Credimi
Di Napoli 4 settembre 1866
Tuo devotissimo amico
Paolo Emilio Tulelli
LIII
Mia cara Giannina
Grazie all'amorosa memoria serbata di me
tanto per tua parte
che per Gigina e per tutt'i tuoi. E' un conforto per me sapere d'esser vivo nella memoria e nell'affetto de' miei cari
e d'esserlo ancora nel caso ch'io scomparisca dal numero de' viventi.
Scorgo nella tua lettera una specie di scoraggiamento e di sconforto
non che una forma di trepidazione per la possibile eventualità del morbo ferale in cotesta contrada. Evvia
mia cara Giannina
coraggio: non hai fiducia in quella Previdenza che finora ha sorretto mirabilmente la tua vita? Confida e spera da quella brava che sei
e pensa alla poesia della Patria
la quale anco dolorando e perdendo trionfa.
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